Premessa: nonostante il mio lavoro e i miei interessi mi possano in qualche modo far rientrare all’interno della categoria dei cosiddetti nerd non ho mai giocato ad alcun gioco di ruolo prima dell’esperienza descritta in questo articolo.
TL; DR
Ho tradotto e personalizzato un gioco di ruolo ispirato a D&D e ci ho giocato con dei bambini di 9 e 7 anni. È stato tutto molto bello, interessante ed è un’esperienza che consiglio di fare ai genitori.
La prendo alla larga
Tempo fa i colleghi hanno deciso di organizzare una serata D&D in ufficio. Avendo sempre sentito parlare dei giochi di ruolo e conoscendo molte persone che prendevano parte a serate simili mi sono incuriosito e ho accettato di partecipare. Sono stato quindi provvisto di un corposo manuale di D&D 5e e mi sono messo a leggerlo con interesse.
La serata promessa poi non si è fatta (un classico), ma ho trovato molto interessante il gioco in se e specialmente l’introduzione su cosa è un gioco di ruolo e così ho pensato che potesse essere una esperienza interessante da proporre ai miei figli più grandi (di 7 e 9 anni).
Prima ipotesi: Hero Quest
L’idea che mi sono fatto leggendo il manuale di D&D è che non è possibile usarlo così com’è con dei bambini, è troppo complesso e ci sono troppe regole e tabelle perché sia possibile usarlo a pieno. Inoltre data la mia totale inesperienza di “esordiente totale” avrei probabilmente combinato un pasticcio tentando di proporglierlo per intero. Quindi la prima cosa che ho pensato è stata quella di tirare fuori la vecchia scatola di Hero Quest che giace ormai da anni in soffitta e giocarlo con una certa attenzione alla parte di narrazione della storia (cosa che di solito è completamente sottovalutata).
Problema: Io ho la versione inglese, e proporre ai bambini le carte e le schede personaggio in inglese non sarebbe stato molto divertente. Acquistare il materiale in italiano è ormai proibitivo visti i prezzi, ma esistono dei siti da cui è possibile scaricare il materiale e stamparselo da soli. Cercando in rete ho anche scoperto delle cose interessanti: ad esempio che il manuale della versione americana ha delle regole secondo molti più divertenti, statistiche dei mostri diverse e più toste e così via.
Ho preparato quindi qualche gigabyte di files da stampare e appena possibile sono andato in cerca del gioco.
Sorpresa! Ho cercato in lungo e in largo a casa dei miei ma la scatola di HQ è sparita! Non sono proprio riuscito a trovarla e nessuno sa che fine abbia fatto. Quindi ho abbandonato questa strada.
Seconda ipotesi: GdR pensati appositamente per i più giovani
Dopo aver accantonato Hero Quest ho iniziato a cercare per vedere se oltre a D&D e fratelli ci fossero dei Giochi di Ruolo pensati appositamente per la fascia di età che avevo in mente. Ce ne sono diversi (tipo questo), ma nessuno di questi aveva il fascino Fantasy (i miei figli sono appassionati di Tolkien e Lewis) che cercavo.
Terza ipotesi: Giochi in scatola
Il terzo filone di ricerca ha riguardato eventuali eredi moderni di Hero Quest. Ho meditato a lungo sul comprare “Le Leggende di Arnor” o qualche altro gioco simile, ma anche lì, nonostante i titoli validissimi e con recensioni stellari, non ho trovato quello che cercavo. Volevo qualcosa che fosse più simile possibile a un GdR e che potesse essere giocato in modalità narrativa.
Primo tentativo: Heroes of Hesiod
Mi sono quindi imbattuto in questo mini-episodio che viene presentato proprio come D&D for kids. Si tratta di una semplicissima avventura fatta solo di combattimenti su un tabellone e dei personaggi pregenerati. Con regole semplicissime (proprio da bambini) ma che sono un distillato di D&D, cioè fondamentalmente lancio d20, aggiungo bonus, calcolo danno. Attacchi speciali, movimenti, magie ecc.
Ho stampato il tutto e l’occasione di provarlo è stata una notte di capodanno in attesa della mezzanotte. Avevamo ospiti e i figli mi stavano demolendo la casa. Ho tirato fuori il materiale e proposto il gioco.
La reazione dei bambini è stata entusiastica. Dopo aver finito l’avventura (è durata neanche un ora) ci hanno ri-giocato da soli per tutto il tempo e anche nei giorni successivi ho ricevuto un riscontro molto positivo. Ho deciso quindi che avrei proseguito la ricerca.
Ho trovato: SimpleDnD!
Heroes of Hesiod ha un seguito, ma non l’ho molto considerato perché avevo l’impressione di poter puntare un po’ più in alto. Ho cominciato a cercare di nuovo. Ho trovato diverse semplificazioni di D&D più o meno complete prima di imbattermi in SimpleDnD. Che aveva i seguenti pregi che me l’hanno fatto preferire rispetto agli altri:
- È un vero Gioco di Ruolo, senza compromessi
- Ha un manuale strutturato e completo (anche se ha avuto bisogno di qualche aggiustatina), un libro degli incantesimi, un manuale dei mostri e un sito con molti articoli di dettaglio delle singole regole, alcune avventure già pronte e tarate per principianti e un creatore molto disponibile a fornire spiegazioni.
- È effettivamente molto semplice da imparare e da giocare ma mantiene in pieno l’atmosfera che cercavo
- È compatibile con le avventure già esistenti di Pathfinder e D&D 5e senza bisogno di alcuna modifica, e con quelle di altri giochi di ruolo con semplici adattamenti alle statistiche dei mostri.
Però ha un problema. Tutto il materiale è in inglese. Questo per me non è un grosso problema ma ovviamente tutto quello che deve essere messo in mano ai figli va tradotto. Ho quindi deciso di tradurre il manuale del giocatore e il libro degli incantesimi.
Approfittando di un periodo in cui sono stato a casa dal lavoro per malattia ho messo mano a quest’opera che è stata da un lato impegnativa dall’altra molto interessante. Il dover tradurre mi ha costretto ad entrare a fondo nelle meccaniche di gioco, cosa che per me, non avendo mai partecipato a una sessione di un GdR è stato indispensabile.
Arrivato in fondo ho sottoposto la traduzione a un mio caro amico, che molti anni prima era stato il primo a parlarmi dei GdR e con lui abbiamo revisionato le meccaniche e fatto alcune correzioni che ci sono sembrate opportune sia al manuale che agli incantesimi.
Preparazione al gioco
A questo punto ho potuto proporre il gioco ai figli. Non volendo rischiare di fare un flop a causa di qualche dettaglio ho preparato minuziosamente la prima sessione, scegliendo accuratamente una delle avventure proposte, facendola vagliare al solito amico e apportando qualche cambiamento e poi ho iniziato un lavoro di osservazione per capire se effettivamente un gioco di questa complessità era fattibile con i figli.
Prima ho accennato loro che stavo preparando qualcosa di simile a quanto avevamo fatto a capodanno.
Ero un po’ indeciso sull’usare un tabellone con miniature o meno. Da una parte ero sicuro che avere un tabellone curato (ad esempio costruito con la tecnica di Wyloch) e delle belle miniature (anche di carta, come queste) avrebbero certamente coinvolto i ragazzi, ma d’altra parte avrebbero tolto loro un bel po’ di fantasia. L’idea di farli interagire con il mondo in modo completamente libero era uno degli aspetti su cui volevo puntare. La mia paura era che giocando con tabellone e miniature il “mondo” si limitasse a quello presente sul tabellone e ne limitasse le possibilità. Alla fine quindi ho deciso di non usare nessun supporto visivo (niente griglie, niente mappe ecc).
Per verificare che fosse possibile per loro (e specialmente per il più piccolo del gruppo, che ha 7 anni) immedesimarsi in un mondo senza vedere nulla, solo sulla base delle descrizioni ho proposto loro un gioco, in modo molto informale, a cena… così quasi per caso. Nel gioco raccontavo loro una storia della quale loro stessi erano protagonisti e lasciavo che fossero loro a raccontare le azioni che avrebbero fatto nelle situazioni che venivano presentate. Un incendio nell’antica Roma, una invasione di orchi in casa nostra… e così via. Mi sono rapidamente convinto che erano pienamente in grado di affrontare un GdR più strutturato.
A questo punto ho chiesto al più grande di individuare un paio di amici che a suo giudizio potessero essere interessati alla cosa e ho cominciato a preparare un po’ di materiale:
- Delle schede stampate su razze e classi, con una bella immagine, una descrizione e le caratteristiche che poi sarebbero servite per la scheda personaggio
- Le schede dei personaggi
- Una tabella con armi ed equipaggiamento e relativo costo per l’equipaggiamento iniziale
- Il manuale degli incantesimi (al momento tradotto solo per quelli di livello zero e uno)
- Ho acquistato un set composto da più sacchettini di stoffa contenenti ciascuno un dado per ogni tipo da distribuire ai giocatori.
Rispetto al gioco base ho un po’ limitato la scelta di razze e classi. Per miei gusti personali ho eliminato i fauni e i draconici tra le classi e, perché a mio avviso troppo difficili da giocare per loro, ho tolto le tre classi di fuorilegge presenti in SimpleDnD. Tra le classi magiche ho tolto il Druido perché incompleto nel regolamento originale e in generale ho suggerito poi al bambino interessato di preferire il chierico al mago perché, sempre secondo il mio giudizio, più equilibrato e forse più facile da gestire.
Mi sono poi costruito un rudimentale schermo di cartone e vi ho attaccato a mio uso e consumo alcuni riassunti delle regole. Ho stampato il testo dell’avventura e poi… abbiamo iniziato!
Comincia l’avventura!
I ragazzi si sono presentati verso le 16 e abbiamo iniziato subito la creazione dei personaggi. Ho spiegato loro brevemente cosa saremmo andati a fare e, utilizzando le schede stampate in anticipo, ho chiesto loro di scegliere nome del personaggio, razza e classe.
A questo punto avevamo due nani (un cavaliere e un chierico), un cavaliere umano e un elfo ranger.
Un po’ di difficoltà c’è stata nel capire le varie abilità e nel distribuire i punti tra di esse. In questo hanno avuto bisogno di parecchio aiuto, ma per il resto è andata bene.
Una volta creati i personaggi (e fatta merenda) potevamo iniziare a scendere nel dungeon. Ho chiesto loro di identificare un “topografo” incaricato di disegnare la mappa man mano che procedevano tra le varie stanze e un portavoce per dirmi il risultato delle decisioni di gruppo.
Tra tutto le operazioni di creazione dei personaggi hanno richiesto all’incirca un ora. E per le due ore successive i ragazzi hanno combattuto contro goblin e ragni giganti. Sono stati quasi annegati da una trappola, hanno avuto una brutta esperienza con una muffa gialla e in generale hanno attraversato sfide e pericoli in gran numero con molto buon senso e una ottima organizzazione di gruppo.
Alcune loro scelte (non guidate da me) sono state così da subito precise che mi hanno stupito:
- Tenere al sicuro il chierico, mandando avanti i due cavalieri e affiancandolo con il ranger in caso di attacchi alle spalle.
- Non entrare a capofitto nelle stanze ma assicurarsi dell’assenza di trappole
- Non dividersi mai
Insomma, è stato un pomeriggio di intensa avventura un un mondo fantasy nel quale erano veramente protagonisti della storia.
Conclusioni
In realtà questa è la conclusione dell’articolo, ma non dell’esperienza. L’avventura non è ancora terminata e i ragazzi mi chiedono quando giocheremo di nuovo ogni volta che mi incontrano. Anche i genitori mi hanno fatto sapere che i loro figli sono tornati a casa entusiasti e non vedono l’ora di ripetere l’esperienza.
Personalmente, oltre ad essermi divertito molto anche io, ho apprezzato il valore educativo del gioco di ruolo. Le dinamiche di cooperazione e aiuto reciproco che si sono instaurate intorno al tavolo sono state molto positive. I ragazzi sono stati tre ore seduti a giocare con la fantasia. Senza bisogno di altri supporti che un foglio di carta e un set di dadi.
Aggiornamento 7 Maggio 2020
Poichè avete chiesto in molti di poter accedere al materiale da me tradotto ho deciso di renderlo pubblico. Trovate i link dentro questo articolo