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Come effettuare ricerche tra i documenti del cablegate di Wikileaks

Ieri sera il sito Wikileaks ha cominciato a pubblicare i tanto annunciati e temuti documenti del cablegate. Si tratta di una raccolta di circa due milioni di comunicazioni più o meno segrete provenienti dalle ambasciate americane di tutto il mondo.

Tralasciando il fatto che non so se sia bene che l’analisi di questi documenti la facciano dei giornalisti piuttosto che degli storici la curiosità di ficcare il naso nelle faccende del paese più potente e antipatico del mondo penso sia venuta a tutti.

Il sito ufficiale della colossale spifferata è http://cablegate.wikileaks.org/ .

Il problema è che non si possono (ad oggi, poi chissà) fare ricerche usando delle parole chiave, ma solo navigare tra le categorie predefinite.

Una soluzione c’è, ed è molto semplice.

Ah… ovviamente do per scontato che stiate usando linux.

  1. Scaricatevi tutti i documenti usando i torrent disponibili dal sito ufficiale
  2. scompattate l’archivio dove più vi aggrada
  3. aprite il terminale e andate nella cartella che contiene i files appena sfornati
  4. usate grep -ril parolachiave1 *
  5. copiate negli appunti la riga cable/ecc ecc che vi interessa
  6. incollate nel browser il seguente indirizzo: http://cablegate.wikileaks.org/rigacopiata oppure puntate il browser sulla cartella locale che contiene tutti i files e aggiungete la riga copiata in fondo all’indirizzo.
  7. fatto!

Buon ficcanasamento!

  1. se è una parola sola potete scriverla in chiaro, altrimenti dovete mettere le virgolette. Se ci sono apici o altri caratteri strani dovete precederli con \

Mine e cerotti

La Russa come D’Annunzio sparge volantini in Afghanistan… da un elicottero e senza allontanarsi troppo dalla base italiana..

Il volantino giustamente ricorda agli afghani (che non vanno in giro in elicottero) di stare attenti a dove mettono i piedi se i piedi li vogliono ancora.. perché il paese è zeppo di mine.

E a questo punto mi viene in mente una frase da Apocalypse Now

Era un modo particolare che avevamo qui di vivere con noi stessi: li facevamo a brandelli con una mitragliatrice, poi gli davamo un cerotto.

Già… perché la maggior parte delle mine che portano via i piedi, le gambe e le vite degli afghani sono state fabbricate in Italia.

Fatevi un salto tra i documenti non più segreti su Wikileaks e cercate la parola “Italian”… vedrete che verranno fuori una grandissima quantità di rapporti che parlano di mine di fabbricazione italiana…

Complimenti a tutti, cari signori. Fate i vostri bei volantinaggi d’annunziani, poi però sui soldi che vengono dalla vendita delle armi non ci si sputa vero?